Legge 180/78 – TSO

principi deontologici

Legge 180/78 – Accertamenti e T.S.O. – Legge Basaglia

La legge n.180 del 13 maggio 1978, trattamento sanitario volontario e obbligatorio 

Legge associata al nome di Franco Basaglia (psichiatra e promotore della riforma psichiatrica in Italia).

Il cittadino è un soggetto attivo e partecipe al proprio progetto di cura;

La cura viene svolta sul territorio, solo se è un pericolo per sé e per gli altri in ospedale nel servizio psichiatrico di diagnosi e cura;

Nessun paziente può essere ricoverato nelle ex strutture manicomiali;

E’ un trattamento ammesso solo se sussistono alterazioni psichiche, se il soggetto non accetta il trattamento e non vi sono condizioni necessarie da adottare in misure extra ospedaliere.

Il trattamento sanitario obbligatorio è disposto dal sindaco, su proposta di un medico e su una convalida di un medico specialista della struttura pubblica.

Può essere richiesto solo se il soggetto ha condizioni psichiche tali da non permettere strade alternative, ed è inviato presso una struttura pubblica per le cure del caso;

La legge stabilisce che tutti i trattamenti sanitari sono volontari (ribadendo quindi con forza l’articolo 32 della Costituzione Italiana). Il trattamento non volontario, detto Trattamento Sanitario Obbligatorio (TSO), e quindi la prestazione delle cure in condizioni di degenza ospedaliera, può avvenire in presenza di questi 3 elementi:

Alterazioni psichiche tali da richiedere urgenti interventi terapeutici

La non accettazione delle cure da parte dell’infermo

Assenza di condizioni e circostanze che consentano di adottare tempestive ed idonee misure sanitarie extra ospedaliere

Il medico specialista della struttura sanitaria che convalida ed effettua il trattamento sanitario obbligatorio comunica la motivazione del ricovero al sindaco e inoltre è lo stesso a comunicare notizia tramite un’ordinanza di ricovero al giudice tutelare entro le 48 ore dal ricovero;

E il giudice entro 48 ore successive convalida o no con decreto motivato, il provvedimento del sindaco, in caso contrario si dispone la cessazione del ricovero;

L’ordinanza ha valore per un ricovero non superiore a sette giorni.

E’ necessario conoscere i fattori di rischio sono legati all’esistenza individuale:

L’infanzia,

L’adolescenza,

La gravidanza,

Il parto,

Gli abbandoni,

Il lutto,

Il pensionamento,

Il contesto familiare;

I fattori di protezione:

Le risorse individuali,

Le risorse familiari,

Le risorse individuali;

A fare da tramite tra i fattori di protezione sociali collegando e integrandosi con loro è il dipartimento di salute mentale che presta la sua attività al suo esterno e sul territorio per riconoscere il disagio alle prime manifestazioni e per fornire conoscenze e strumenti che orientano il benessere.

I luoghi della salute mentale pubblici sono articolati e costituiscono il dipartimento salute mentale.

I servizi di salute mentale sono organizzati in presidi e gruppi di lavoro e si occupano della prevenzione, cura e riabilitazione.

I presidi che fanno parte del dipartimento salute mentale sono:

Centro Salute Mentale ha la funzione:

Coordinamento – Prevenzione – Terapia – Riabilitazione – Intervento per il reinserimento sociale e lavorativo

Costituisce la sede organizzativa dell’equipe e il polo coordinamento delle attività psichiatriche del territorio.

Filtra le domande di ammissione e di accoglienza

Livello di intervento diagnostico e terapeutico

Attività al domicilio dell’utente

Attività ambulatoriale

Interventi nella crisi psichiatrica

Ricerca e programmazione di interventi per il reinserimento

Attività di formazione per gli operatori che collaborano al centro;

Collaborazione e integrazione.

Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cure è costituito da reparti inseriti in strutture, vi si svolgono attività diagnostiche in regime day hospital o ricovero ordinario; si interessano di ricoveri volontari o obbligatori e attivi 24 ore su 24, e prestano servizio medici psichiatrici, psicologi, assistenti sociali e infermieri.

Servizio di neuropsichiatria infantile si occupa della popolazione da 0 a 18 anni e delle loro famiglie.

I gruppi di lavoro sono formati in base:

All’età dell’utenza;

Patologia o problematica su cui si deve intervenire

Tipo di offerta (strutture semi o residenziali)

Tipo di funzione (prevenzione, riabilitazione)

Durata dell’intervento

Interventi legati a programmi temporanei

Le figure che operano nel dipartimento della salute mentale sono:

Il psichiatra

Il neuropsichiatra infantile

Il pedagogista

L’educatore

L’animatore

L’infermiere

L’assistente sociale

L’operatore socio sanitario

Nello stendere un piano assistenziale bisogna capire su quale tipologia di paziente si tratta e delle loro problematiche, inoltre un buon risultato si evince da un’integrazione tra servizi sociali e sanitari.

La rete integrata dei servizi deve prevedere:

Informazione e educazione sanitaria

Interventi di prevenzione

Assistenza di medicina di base e specialistica

Assistenza psichiatrica diversificata per età, grado di autonomia, tipo di patologia

Cura in strutture dedicate alla salute mentale come centro di salute mentale

Assistenza economica, farmaceutica, psicoterapeutica

Interventi di reinserimento sociale, scolastico, lavorativo, familiare

In caso di crisi acuta, si intende un cambiamento nel comportamento del paziente, nelle sue funzioni o nel suo sistema di riferimento che determina la rottura dell’equilibrio psichico.

La procedura si differenzia a secondo se il paziente sia consenziente oppure no.

Nel primo caso può essere accompagnato al Pronto Soccorso Ospedaliero.

Nel secondo caso si procede per il trattamento sanitario obbligatorio TSO, allertando la guardia medica del servizio di emergenza 118, proseguendo presso strutture intermedie psichiatriche come le comunità.

Nella cura del paziente “prendere in carico” significa creare un progetto e un programma di intervento, che lo accompagni nel suo percorso di cambiamento all’interno del territorio di appartenenza, che lo riconosca come soggetto attivo e partecipe.

Il processo di guarigione nella sfera della salute mentale tende a riconquistare importante dimensione dell’esistenza:

Riconquistare le relazioni positive con gli altri, partecipare alla vita relazionale sociale;

Diventare nuovamente autonomi ovvero riacquistare la capacità di decidere per se, assumendosi le proprie responsabilità, darsi obiettivi raggiungibili, capacità di agire agli errori e ostacoli;

Riacquisire la creatività cioè dare una svolta alla propria esistenza, per uscire da una situazione di stallo, o nel relazionarsi con gli amici, la famiglia e gli altri;

La capacità di ricercare il benessere.

All’interno dei programmi possono essere individuati diversi tipi di supporti, costituiti da persone che sono estremamente importanti per la costruzione del clima terapeutico, determinante per il raggiungimento degli obiettivi:

Supporto cosiddetto naturale

Supporto familiare

Supporto della rete sociale

Supporto del mediatore lavorativo

Il programma richiede che si attuino i seguenti aspetti:

La partecipazione attiva dell’utente

La graduale autonomia

Indipendenza da parte dell’utente

Legge n.180 del 13 maggio 1978

Art. 1 Accertamenti e trattamenti sanitari volontari e obbligatori.

Gli accertamenti e i trattamenti sanitari sono volontari.

Nei casi di cui alla presente legge e in quelli espressamente previsti da leggi dello Stato possono essere disposti dall’autorità sanitaria
accertamenti e trattamenti sanitari obbligatori nel rispetto della dignità della persona e dei diritti civili e politici garantiti dalla Costituzione,
compreso per quanto possibile il diritto alla libera scelta del medico e del luogo di cura.

Gli accertamenti e i trattamenti sanitari obbligatori a carico dello Stato e di enti o istituzioni pubbliche sono attuati dai presidi sanitari pubblici
territoriali e, ove necessiti la degenza, nelle strutture ospedaliere pubbliche o convenzionate.

Nel corso del trattamento sanitario obbligatorio chi vi è sottoposto ha diritto di comunicare con chi ritenga opportuno.

Gli accertamenti e i trattamenti sanitari obbligatori di cui ai precedenti commi devono essere accompagnati da iniziative rivolte ad assicurare il
consenso e la partecipazione da parte di chi vi è obbligato.

Gli accertamenti e i trattamenti sanitari obbligatori sono disposti con provvedimento del sindaco, nella sua qualità di autorità sanitaria locale,
su proposta motivata di un medico.

Art. 2 Accertamenti e trattamenti sanitari obbligatori per malattia mentale.

Le misure di cui al secondo comma del precedente articolo possono essere disposte nei confronti delle persone affette da malattie mentali.

Nei casi di cui al precedente comma la proposta di trattamento sanitario obbligatorio può prevedere che le cure vengano prestate in condizioni
di degenza ospedaliera solo se esistano alterazioni psichiche tali da richiedere urgenti interventi terapeutici, se gli stessi non vengano accettati
dall’infermo e se non vi siano le condizioni e le circostanze che consentano di adottare tempestive ed idonee misure sanitarie extra ospedaliere.

Il provvedimento che dispone il trattamento sanitario obbligatorio in condizioni di degenza ospedaliera deve essere preceduto dalla convalida della
proposta di cui all’ultimo comma dell’articolo 1 da parte di un medico della struttura sanitaria pubblica e deve essere motivato in relazione a quanto
previsto nel precedente comma.

Art. 3 Procedimento relativo agli accertamenti e trattamenti sanitari obbligatori in condizioni di degenza ospedaliera per malattia mentale.

Il provvedimento di cui all’articolo 2 con il quale il sindaco dispone il trattamento sanitario obbligatorio in condizioni di degenza ospedaliera, corredato
dalla proposta medica motivata di cui all’ultimo comma dell’articolo 1 e dalla convalida di cui all’ultimo comma dell’articolo 2, deve essere notificato,
entro 48 ore dal ricovero, tramite messo comunale, al giudice tutelare nella cui circoscrizione rientra il comune.

Il giudice tutelare, entro le successive 48 ore, assunte le informazioni e disposti gli eventuali accertamenti, provvede con decreto motivato a convalidare
o non convalidare il provvedimento e ne dà comunicazione al sindaco. In caso di mancata convalida il sindaco dispone la cessazione del trattamento
sanitario obbligatorio in condizioni di degenza ospedaliera.

Se il provvedimento di cui al primo comma del presente articolo è disposto dal sindaco di un comune diverso da quello di residenza dell’infermo, ne va data
comunicazione al sindaco di questo ultimo comune. Se il provvedimento di cui al primo comma del presente articolo è adottato nei confronti di cittadini
stranieri o di apolidi, ne va data comunicazione al Ministero dell’interno e al consolato competente, tramite il prefetto.

Nei casi in cui il trattamento sanitario obbligatorio debba protrarsi oltre il settimo giorno, ed in quelli di ulteriore prolungamento, il sanitario responsabile del
servizio psichiatrico di cui all’articolo 6 è tenuto a formulare, in tempo utile, una proposta motivata al sindaco che ha disposto il ricovero, il quale ne dà
comunicazione al giudice tutelare, con le modalità e per gli adempimenti di cui al primo e secondo comma del presente articolo, indicando la ulteriore durata
presumibile del trattamento stesso.

Il sanitario di cui al comma precedente è tenuto a comunicare al sindaco, sia in caso di dimissione del ricoverato che in continuità di degenza, la cessazione
delle condizioni che richiedono l’obbligo del trattamento sanitario; comunica altresì la eventuale sopravvenuta impossibilità a proseguire il trattamento stesso.
Il sindaco, entro 48 ore dal ricevimento della comunicazione del sanitario, ne dà notizia al giudice tutelare.

Qualora ne sussista la necessità il giudice tutelare adotta i provvedimenti urgenti che possono occorrere per conservare e per amministrare il patrimonio dell’infermo.

La omissione delle comunicazioni di cui al primo, quarto e quinto comma del presente articolo determina la cessazione di ogni effetto del provvedimento e configura,
salvo che non sussistano gli estremi di un delitto più grave, il reato di omissione di atti di ufficio.

Art. 4 Revoca e modifica del provvedimento di trattamento sanitario obbligatorio.

Chiunque può rivolgere al sindaco richiesta di revoca o di modifica del provvedimento con il quale è stato disposto o prolungato il trattamento sanitario obbligatorio.

Sulla richiesta di revoca o di modifica il sindaco decide entro dieci giorni. I provvedimenti di revoca o di modifica sono adottati con lo stesso procedimento del provvedimento revocato o modificato.

Art. 5 Tutela giurisdizionale.

Chi è sottoposto a trattamento sanitario obbligatorio, e chiunque vi abbia interesse, può proporre al tribunale competente per territorio ricorso contro il
provvedimento convalidato dal giudice tutelare.

Entro il termine di trenta giorni, decorrente dalla scadenza del termine di cui al secondo comma dell’articolo 3, il sindaco può proporre analogo ricorso
avverso la mancata convalida del provvedimento che dispone il trattamento sanitario obbligatorio.

Nel processo davanti al tribunale le parti possono stare in giudizio senza ministero di difensore e farsi rappresentare da persona munita di mandato scritto
in calce al ricorso o in atto separato. Il ricorso può essere presentato al tribunale mediante raccomandata con avviso di ricevimento.

Il presidente del tribunale fissa l’udienza di comparizione delle parti con decreto in calce al ricorso che, a cura del cancelliere, è notificato alle parti nonché
al pubblico ministero.

Il presidente del tribunale, acquisito il provvedimento che ha disposto il trattamento sanitario obbligatorio e sentito il pubblico ministero, può sospendere il
trattamento medesimo anche prima che sia tenuta l’udienza di comparizione.

Sulla richiesta di sospensiva il presidente del tribunale provvede entro dieci giorni.

Il tribunale provvede in camera di consiglio, sentito il pubblico ministero, dopo aver assunto informazioni e raccolte le prove disposte di ufficio o richieste dalle parti.

I ricorsi ed i successivi procedimenti sono esenti da imposta di bollo. La decisione del processo non è soggetta a registrazione.

Art. 6 Modalità relative agli accertamenti e trattamenti sanitari obbligatori in condizioni di degenza ospedaliera per malattia mentale.

Gli interventi di prevenzione, cura e riabilitazione relativi alle malattie mentali sono attuati di norma dai servizi e presìdi psichiatrici extra ospedalieri.

A decorrere dall’entrata in vigore della presente legge i trattamenti sanitari per malattie mentali che comportino la necessità di degenza ospedaliera e che siano
a carico dello Stato o di enti e istituzioni pubbliche sono effettuati, salvo quanto disposto dal successivo articolo 8, nei servizi psichiatrici di cui ai successivi commi.

Le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, anche con riferimento agli ambiti territoriali previsti dal secondo e terzo comma dell’articolo 25 del decreto
del Presidente della Repubblica 24 luglio 1977, n. 616, individuano gli ospedali generali nei quali, entro sessanta giorni dall’entrata in vigore della presente legge,
devono essere istituiti specifici servizi psichiatrici di diagnosi e cura.

I servizi di cui al secondo e terzo comma del presente articolo – che sono ordinati secondo quanto è previsto dal decreto del Presidente della Repubblica
27 marzo 1969, n. 128, per i servizi speciali obbligatori negli ospedali generali e che non devono essere dotati di un numero di posti letto superiore a 15 –
al fine di garantire la continuità dell’intervento sanitario a tutela della salute mentale sono organicamente e funzionalmente collegati, in forma dipartimentale
con gli altri servizi e presìdi psichiatrici esistenti nel territorio.

Le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano individuano le istituzioni private di ricovero e cura, in possesso dei requisiti prescritti, nelle quali
possono essere attuati trattamenti sanitari obbligatori e volontari in regime di ricovero.

In relazione alle esigenze assistenziali, le province possono stipulare con le istituzioni di cui al precedente comma convenzioni ai sensi del successivo articolo 7.

Art. 7 Trasferimento alle regioni delle funzioni in materia di assistenza ospedaliera psichiatrica.

A decorrere dall’entrata in vigore della presente legge le funzioni amministrative concernenti la assistenza psichiatrica in condizioni di degenza ospedaliera,
già esercitate dalle province, sono trasferite, per i territori di loro competenza, alle regioni ordinarie e a statuto speciale. Resta ferma l’attuale competenza
delle province autonome di Trento e di Bolzano.

L’assistenza ospedaliera disciplinata dagli articoli 12 e 13 del decreto-legge 8 luglio 1974, numero 264, convertito con modificazioni nella legge 17 agosto 1974,
n. 386, comprende i ricoveri ospedalieri per alterazioni psichiche. Restano ferme fino al 31 dicembre 1978 le disposizioni vigenti in ordine alla competenza della spesa.

A decorrere dall’entrata in vigore della presente legge le regioni esercitano anche nei confronti degli ospedali psichiatrici le funzioni che svolgono nei confronti
degli altri ospedali.

Sino alla data di entrata in vigore della riforma sanitaria, e comunque non oltre il 1° gennaio 1979, le province continuano ad esercitare le funzioni amministrative
relative alla gestione degli ospedali psichiatrici e ogni altra funzione riguardante i servizi psichiatrici e di igiene mentale.

Le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano programmano e coordinano l’organizzazione dei presìdi e dei servizi psichiatrici e di igiene mentale con
le altre strutture sanitarie operanti nel territorio e attuano il graduale superamento degli ospedali psichiatrici e la diversa utilizzazione delle strutture esistenti e
di quelle in via di completamento. Tali iniziative non possono comportare maggiori oneri per i bilanci delle amministrazioni provinciali.

E’ in ogni caso vietato costruire nuovi ospedali psichiatrici, utilizzare quelli attualmente esistenti come divisioni specialistiche psichiatriche di ospedali generali,
istituire negli ospedali generali divisioni o sezioni psichiatriche e utilizzare come tali divisioni o sezioni neurologiche o neuropsichiatriche.

Agli ospedali psichiatrici dipendenti dalle amministrazioni provinciali o da altri enti pubblici o dalle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza si applicano i
divieti di cui all’articolo 6 del decreto-legge 29 dicembre 1977, n. 946, convertito con modificazioni nella legge 27 febbraio 1978, n. 43.

Ai servizi psichiatrici di diagnosi e cura degli ospedali generali, di cui all’articolo 6, è addetto personale degli ospedali psichiatrici e dei servizi e presidi psichiatrici
pubblici extra ospedalieri.

I rapporti tra le province, gli enti ospedalieri e le altre strutture di ricovero e cura sono regolati da apposite convenzioni, conformi ad uno schema tipo, da approvare
entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, con decreto del Ministro della sanità di intesa con le regioni e l’Unione delle province di Italia
e sentite, per quanto riguarda i problemi del personale, le organizzazioni sindacali di categoria maggiormente rappresentative.

Lo schema tipo di convenzione dovrà disciplinare tra l’altro il collegamento organico e funzionale di cui al quarto comma dell’articolo 6, i rapporti finanziari tra le
province e gli istituti di ricovero e l’impiego, anche mediante comando, del personale di cui all’ottavo comma, del presente articolo.

Con decorrenza dal 1° gennaio 1979 in sede di rinnovo contrattuale saranno stabilite norme per la graduale omogeneizzazione tra il trattamento economico e gli
istituti normativi di carattere economico del personale degli ospedali psichiatrici pubblici e dei presidi e servizi psichiatrici e di igiene mentale pubblici e il
trattamento economico e gli istituti normativi di carattere economico delle corrispondenti categorie del personale degli enti ospedalieri (2).

Art. 8 Infermi già ricoverati negli ospedali psichiatrici.

Le norme di cui alla presente legge si applicano anche agli infermi ricoverati negli ospedali psichiatrici al momento dell’entrata in vigore della legge stessa.

Il primario responsabile della divisione, entro novanta giorni dalla entrata in vigore della presente legge, con singole relazioni motivate, comunica al sindaco
dei rispettivi comuni di residenza, i nominativi dei degenti per i quali ritiene necessario il proseguimento del trattamento sanitario obbligatorio presso la
stessa struttura di ricovero, indicando la durata presumibile del trattamento stesso. Il primario responsabile della divisione è altresì tenuto agli adempimenti
di cui al quinto comma dell’articolo 3.

Il sindaco dispone il provvedimento di trattamento sanitario obbligatorio in condizioni di degenza ospedaliera secondo le norme di cui all’ultimo comma dell’articolo
2 e ne dà comunicazione al giudice tutelare con le modalità e per gli adempimenti di cui all’articolo 3.

L’omissione delle comunicazioni di cui ai commi precedenti determina la cessazione di ogni effetto del provvedimento e configura, salvo che non sussistano gli
estremi di un delitto più grave, il reato di omissione di atti di ufficio.

Tenuto conto di quanto previsto al quinto comma dell’articolo 7 e in temporanea deroga a quanto disposto dal secondo comma dell’articolo 6, negli attuali ospedali
psichiatrici possono essere ricoverati, sempre che ne facciano richiesta, esclusivamente coloro che vi sono stati ricoverati anteriormente alla data di entrata in
vigore della presente legge e che necessitano di trattamento psichiatrico in condizioni di degenza ospedaliera.

Art. 9 Attribuzioni del personale medico degli ospedali psichiatrici.

Le attribuzioni in materia sanitaria del direttore, dei primari, degli aiuti e degli assistenti degli ospedali psichiatrici sono quelle stabilite, rispettivamente, dagli articoli
4 e 5 e dall’articolo 7 del decreto del Presidente della Repubblica 27 marzo 1969, n. 128.

Art. 10 Modifiche al codice penale.

Nella rubrica del libro III, titolo I, capo I, sezione III, paragrafo 6 del codice penale sono soppresse le parole: “di alienati di mente”.

Nella rubrica dell’articolo 716 del codice penale sono soppresse le parole: “di infermi di mente o”.

Nello stesso articolo sono soppresse le parole: “a uno stabilimento di cura o”.

Art. 11 Norme finali.

Sono abrogati gli articoli 1, 2, 3 e 3-bis della legge 14 febbraio 1904, n. 36, concernente “Disposizioni sui manicomi e sugli alienati” e successive modificazioni,
l’articolo 420 del codice civile, gli articoli 714, 715 e 717 del codice penale, il n. 1 dell’articolo 2 e l’articolo 3 del testo unico delle leggi recanti norme per la
disciplina dell’elettorato attivo e per la tenuta e la revisione delle liste elettorali, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 1967, n. 223,
nonché ogni altra disposizione incompatibile con la presente legge.

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