CASO – PAZIENTE ALZHEIMER – risposta

PAZIENTE ALZHEIMER – RISPOSTA

La signora Annalisa di anni 87 è inserita da quasi un anno nel nucleo Alzheimer della APSP nella quali lavori con un contratto a tempo determinato di sei mesi.

Ad inizio turno trovi Annalisa già in giro completamente bagnata.. eseguità igiene, la cambi dei vestiti sporchi e assieme ad altri ospiti la fai accomodare per la prima colazione che solitamente fa volentieri.

Oggi piove e ti comunicano che questa mattina il personale della cooperativa che effettua il servizio di animazione sara assente.

Dopo circa mezzora noti Annalisa seduta nella zona relax sorridente, però con il pannolone sopra le braghe sporche.

Tu un po scocciata la rimproveri.. e lei sempre sorridendo ma con un po di apatia ti dice “Non so proprio come riuscivi a farcela senza di me!”…..

Quali dati del caso sono evidenti…

Anni 87

Un anno nel nucleo Alzheimer

Già in giro completamente bagnata

Prima colazione che solitamente fa volentieri

Oggi animazione sarà assente

Pannolone sopra le braghe sporche

Sorridente ma apatica

Contratto a tempo determinato di sei mesi

Tu un po scocciata la rimproveri

Come affrontare l’apatia della signora Annalisa?

Non costringerla a fare qualcosa che non vuole.

Non sempre è possibile persuadere il malato di demenza a fare qualcosa che lui non vuole.

In questi casi è meglio non insistere, perché l’agitazione che ne deriverebbe potrebbe annullare gli eventuali benefici.

Incoraggiare le attività che riesce a svolgere

Può darsi che chiudersi in se stessi sia un modo di reagire alle sempre maggiori difficoltà che si presentano.

È importante perciò suggerire attività che il malato è in grado di svolgere e che lo costringano a muoversi; per esempio, aiutare a spolverare i mobili o innaffiare i fiori.

Una volta che ha cominciato a muoversi, è probabile che cominci anche a sentirsi un po’ più sereno e vivace.

Congratularsi con lei quando riesce a fare qualcosa

Concentrare l’attenzione sugli aspetti positivi (per es. congratulandosi con il malato per quello che ha fatto) piuttosto che criticarlo perché ha smesso.

Se insistiamo troppo perché continui, può darsi che la prossima volta che gli proporremo di fare qualcosa si rifiuti.

In assenza dell’animazione quale attivita puoi far svolgere con te alla signora Annalisa?

Cercare di coinvolgere Annalisa nelle attività quotidiane, anche se il suo aiuto non è realmente necessario

Suggerire un’attività che riteniamo gli possa far piacere

Enfatizzare il divertimento, non il risultato

Se non può più continuare le sue attività abituali, trovargli nuovi interessi

Semplificare per quanto possibile le attività, oppure aiutarlo senza sostituirsi a lui

Fare in modo che il malato faccia un po’ di moto all’aria aperta

Per  evitare che si senta scoraggiata, frustrata o annoiata

Limitare la durata dell’attività (dai 15 ai 20 minuti)

Interrompere l’attività ai primi segni di stanchezza o frustrazione

Offrirgli a intervalli regolari un bicchiere d’acqua o un succo di frutta

Individuare un compito che il malato sia in grado di assolvere e fornirgli l’aiuto necessario

Quali attività piacevoli possono essere effettuate in un centro Alzheimer?

Passeggiare: è un’occasione per stare all’aria aperta, fare esercizio fisico e vedere paesaggi diversi

Ballare: molti malati di demenza mantengono la capacità di ballare, apprezzano la musica e si divertono a rivivere antichi momenti di felicità

Ascoltare musica: può darsi che il malato ricordi le parole e gli piaccia accompagnare con il canto

Leggere libri e giornali, o ascoltarne la lettura: anche se le storie sono già note al malato

Guardare la televisione (vecchi film già visti), evitando però ciò che può fargli paura

Guardare videocassette di avvenimenti familiari importanti (matrimoni, anniversari, ecc.)

Ascoltare canzoni, guardare film o parlare in lingua straniera: molte persone bilingui tendono a ricordare più a lungo la prima lingua che hanno imparato.

Prendere parte a feste tradizionali, di famiglia, nazionali o religiose

Stare in compagnia (inclusi bambini e animali domestici): gli animali domestici possono rappresentare un conforto e qualcosa con cui parlare e giocare; un animale di peluche può talvolta funzionare da sostituto

Fare giochi di società (tombola, domino, backgammon, carte, ecc.)

Dipingere: può rappresentare un’occasione per esprimere se stessi e comunicare

Guardare album di fotografie

Fare giardinaggio, anche piante da interni

Truccarsi

Collezionare e mettere in ordine oggetti (francobolli, fiori secchi, ritagli di riviste)

Come creare un ambiente protetto e dare un senso di sicurezza?

Cercare di mettersi nei panni della persona malata di demenza

Mettere sotto chiave qualunque cosa possa rappresentare un pericolo

Fissare dei corrimano e disporre l’arredamento per facilitare gli spostamenti del malato

Dotare di chiusura a chiave porte e finestre

Assicurarsi che stanze e corridoi siano bene illuminati

Controllare gli apparecchi elettrici e eliminare i fili volanti

Assicurarsi che il malato stia al caldo

Quali comportamenti adotti con la Sig.ra Annalisa per cambiarli gli abiti? Motivali.

Cercare di aiutarlo, incoraggiarlo e rassicurarlo dandogli il tempo sufficiente per vestirsi

Ci sono diversi modi in cui possiamo aiutarlo, ad es. incitandolo, spiegandogli quello che deve fare, mostrandogli come, aiutandolo materialmente, porgendogli i vestiti nell’ordine in cui vanno indossati, ecc.

È importante dare soltanto l’aiuto necessario, così che il malato mantenga un certo grado di indipendenza e non perda l’incentivo a provare. Se sbaglia ripetutamente, è naturale che perda interesse a provare.

Per questa ragione, è importante concedergli il tempo sufficiente per vestirsi, incoraggiarlo ad andare avanti e rassicurarlo.

Bisogna cercare di non sottolineare gli errori, ma può essere possibile, in certi casi, sdrammatizzare con un sorriso.

Se ha perso la motivazione, può essere d’aiuto un complimento ogni tanto.

Notare che ha fatto bene una cosa e darsi la pena di rilevarlo può aumentare l’interesse del malato a provare.

Limitare la scelta degli indumenti

Limitare la scelta a non più di due abiti, può contribuire a ridurre stress e confusione.

Quando scegliamo un abito, dobbiamo tenere presente la personalità, lo stile e le abitudini del malato.

Per esempio, un uomo abituato a indossare giacca e pantaloni può trovarsi a disagio con un paio di jeans o una tuta sportiva.

Allo stesso modo, certe donne possono essere contrarie a indossare i pantaloni.

È utile anche provvedere a togliere dal guardaroba gli abiti non adatti, per evitare che il malato voglia indossare abiti estivi in inverno o viceversa.

Certi tipi di abbigliamento, di accessori e di chiusure possono essere difficili da usare per il malato di demenza.

Tuttavia, se riusciamo ad adattare gli abiti o a sceglierne di nuovi più facili da indossare, egli avrà maggiori probabilità di arrangiarsi da solo e l’assistenza sarà più facile.

Sostituire con discrezione gli indumenti

Se troviamo difficoltà a convincere il malato a cambiarsi, possiamo forse sostituire mentre dorme gli abiti sporchi con altri puliti.

Se questa operazione genera contrarietà o sospetti, conviene acquistare vestiti molto simili, in modo che non si accorga della sostituzione.

Alcuni malati di demenza soffrono di incontinenza e possono trovare particolarmente imbarazzante cambiarsi di fronte ad altre persone e per questo rifiutarsi di cambiarsi.

Di fronte a questo tipo di “incidente”, è sempre opportuno mantenere un atteggiamento comprensivo e indulgente.

Semplificare le operazioni di trucco per le donne

Molte donne non si sentono compiutamente vestite se non hanno messo un filo di trucco. Tuttavia, i sintomi della demenza possono rendere questa operazione piuttosto ardua.

Esistono situazioni particolari in un centro alzheimer, cosa si puo intendere?

Se il malato cade e sembra essersi fatto male seriamente, non bisogna cercare di muoverlo o di fargli bere qualcosa. Può darsi che più tardi debbano somministrargli un anestetico. È invece utile fare in modo che non prenda freddo e chiamare un’autoambulanza.

Se il malato si brucia o si scotta con un liquido, si deve bagnare con acqua fredda l’area interessata per almeno dieci minuti per ridurre il calore sulla pelle e diminuire il dolore. È poi necessario rimuovere qualunque oggetto che stringa, come anelli, orologi e gioielli. Coprire la ferita con un tessuto che non lasci peli o lanugine, quindi contattare il medico o accompagnare il malato all’ospedale.

Uno dei problemi dei malati come Annalisa è l’incontinenza. Come gestirla?

Innanzi tutto è importante differenziare l’incontinenza, cioè la fuoriuscita involontaria di urina o feci, da atteggiamenti inopportuni, come l’evacuazione effettuata in un cestino della carta o in un lavandino. In questi casi si tratta di un problema comportamentale piuttosto che di una vera e propria incontinenza e può essere risolto rendendo più semplice l’accesso alla toilette o accompagnandovi più spesso il sofferente.

Potete evitare molti “incidenti” portando il paziente in bagno ad intervalli regolari (ogni 2/3 ore e specialmente appena si sveglia al mattino, prima che si corichi e una volta durante la notte). Oppure cercando di individuare i segnali (come dare segni di irrequietezza, alzarsi e sedersi, giocherellare con i pantaloni, alzare la gonna, toccarsi i vestiti) che indichino la necessità di andare al gabinetto. L’incontinenza fecale può essere combattuta portando il paziente al gabinetto in un’ora ben definita, se le sue abitudini sono regolari.

E’ utile usare indumenti che si possono slacciare o togliere facilmente. Tute e gonne ampie, chiusure con velcro o cerniere.

Assicuratevi che il gabinetto sia confortevole e non dia luogo a difficoltà (mobili ingombranti, porte difficili da aprire, spigoli) e che la stanza sia ben riscaldata in modo che il paziente non abbia motivi per non fermarsi per il tempo necessario.

Il paziente può essere lento nei movimenti per disabilità fisiche, perché confuso o semplicemente perché ha dimenticato dove sta andando. Dovete, allora, incoraggiarlo o ricordargli con tatto il percorso verso il bagno ed eventualmente evidenziarlo con segnali. Se il gabinetto è lontano o ad un altro piano, ciò aumenta le difficoltà. In questi casi può essere utile una “comoda”.

Per quanto siate attenti può capitare un “incidente spiacevole”. E’ quindi comunque utile proteggere con fogli di plastica o teli impermeabili oppure lavabili divani, cuscini e coperte.

Se l’incontinenza non può essere controllata con l’uso regolare del bagno è opportuno adottare durante il giorno pannoloni e mutande e pantaloni appropriati. Dovrete adottare pannoloni di capacità assorbente adeguata e mutande che non irritino.

Se l’incontinenza si verifica di notte, provate a ridurre i liquidi per alcune ore prima dell’ora in cui il paziente si corica, ma assicuratevi che egli abbia bevande sufficienti durante il tempo restante della giornata. Assicuratevi che vada in bagno prima di coricarsi.

Proteggete il materasso con un telo impermeabile, ma assicuratevi che non entri in contatto con la pelle del paziente che può risultare piagata.

Se la persona rimane in abiti sporchi o bagnati può sviluppare rapidamente irritazioni della pelle e piaghe. E’ importante quindi mantenere la pelle pulita e asciutta. Lavate con cura e delicatezza il paziente con acqua calda e sapone e asciugatelo accuratamente prima di rivestirlo. Assicuratevi che non ci sia contatto tra pelle e plastica. Evitate, se possibile, di usare il catetere come metodo continuativo per trattare l’incontinenza.

A volte i malati hanno bisogno di aiuto e sono o incapaci a chiederlo o troppo imbarazzati.

Possono usare il linguaggio dei bambini o frasi oscure come “vado a fare una passeggiata”, “faccio titì”. E’ dunque importante imparare a capire la persona ed assicurarsi che pure chi la assiste la capisca.

Pazienti che sono confusi e incontinenti possono comportarsi in modo strano. Possono cercare di nascondere l’evidenza degli “incidenti” nascondendo la biancheria bagnata o le feci e negando ciò che è avvenuto perché lo hanno dimenticato. E’ avvilente e scoraggiante, ma accettate di avere bisogno di aiuto e discutete come affrontare le circostanze anche con il vostro medico.

Cercate di mettere da parte ogni senso di imbarazzo che potreste avere nell’aiutare il paziente, è importante rendersi conto che se la situazione è stressante per voi è anche umiliante per il paziente.

Cercate di restare calmi e gentili, ricordate che il paziente si aggrava indipendentemente dalla sua volontà.

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